Il coronavirus sta cambiando le abitudini di tutti noi e… anche dei passeggeri degli aerei, e degli addetti alla sicurezza. Ma come snellire un processo che richiede ai passeggeri di stare in piedi spalla a spalla, mettendo le loro scarpe e il loro abbigliamento esterno in bidoni riutilizzabili accanto a borse piene di germi e computer portatili?
Prenotare appuntamenti per passare attraverso la sicurezza è un modo per ridurre la folla e le lunghe code. All’aeroporto internazionale di Montréal-Trudeau, per esempio, già oggi i passeggeri prenotano l’orario di arrivo: “con l’uso della tecnologia intelligente, l’aeroporto assegnerebbe ai passeggeri una fascia oraria dedicata per l’ingresso ai controlli di sicurezza – afferma Tim Hudson, leader dell’aviazione presso lo studio di architettura globale Gensler – Questa strategia permetterà agli aeroporti di anticipare e gestire i carichi dei passeggeri, aiutando al contempo i passeggeri a ridurre al minimo il contatto con gli altri passeggeri e le superfici contaminate”.
Programmi come Global Entry si affidano alla biometria per chiudere le iscrizioni oltre le lunghe linee di immigrazione e di sicurezza. Il programma TSA PreCheck negli Stati Uniti – che si occupa esclusivamente di linee di sicurezza – sta testando la tecnologia biometrica (attualmente confronta manualmente i passeggeri con i loro documenti d’identità fotografici). Ma i passeggeri devono iscriversi e pagare per questi programmi.
“Come viaggiatori, dobbiamo scegliere di partecipare al processo e diventare più a nostro agio nel condividere le nostre informazioni private“, ha detto Hudson. “Se i viaggiatori sono disposti a rinunciare a un po’ più di dati, il processo dal marciapiede al gate sarà molto più snello”.
Tuttavia, sebbene le prenotazioni e la biometria velocizzano l’elaborazione, non schermano i bagagli e non risolvono il problema dei punti di contatto. “La biometria funziona per confermare la vostra identità e la validità dei vostri documenti di viaggio, non quello che portate con voi“, ha detto ancora. “Altre tecnologie, come la tomografia computerizzata, che applica algoritmi e la creazione di immagini 3D per rilevare esplosivi e altre minacce nei bagagli, così come altri sistemi di visione computerizzata, stanno emergendo per innovare il modo in cui gli aeroporti e la TSA affrontano il problema degli articoli proibiti”.