Preoccupate dalle turbolenze nell’amministrazione capitolina, qualche giorno fa alcune associazioni di riferimento per il turismo hanno alzato la voce sui pericoli che le incertezze e le difficoltà gestionali romane potrebbero comportare sul business turistico.
“Il turismo è la prima fonte di guadagno per Roma. Se crolla, vanno a picco anche commercio, ristorazione, trasporti e artigianato. Bisogna rimettersi al lavoro per il bene della capitale” – esordisce il direttore dell’Enit, Giovanni Bastianelli, per poi ricordare come le istituzioni, così come gli operatori del settore e i cittadini devono sentirsi responsabili del fatto che i viaggiatori italiani e stranieri, quando visitano Roma, pagano la tassa di soggiorno e, di conseguenza, devono avere accoglienza e servizi adeguati, degni di una capitale”.
L’effetto è invece spesso molto diverso. Come ricordava il quotidiano La Repubblica nell’edizione capitolina, quando arrivano in città molto spesso i turisti trovano alloggi abusivi, ristoratori poco onesti e tanti altri “pericoli”. “”In Italia e a Roma abbiamo una grande responsabilità, perché il nostro patrimonio artistico, monumentale e culturale è tra i più grandi al mondo – sottolinea Bastianelli – Purtroppo, se non si interviene tempestivamente per risolvere i problemi, nei turisti generiamo troppi “ma””. Perché la frase che sempre più spesso gli stranieri ripetono ad amici e colleghi al ritorno da una vacanza a Roma è “un posto meraviglioso, ma quanti disagi e problemi per visitarlo”.
Parole che, prosegue Bastianelli, alla lunga possono snaturare la bellezza romana e renderla sempre più lontana da quelle che sono le principali ambizioni delle tante persone che approdano nella Capitale per poter godere in serenità dell’incredibile patrimonio culturale e artistico offerto.
Si unisce alle avvertenze anche Giancarlo Iaquitto, vicepresidente Fiavet Lazio, l’associazione che riunisce oltre trecento agenzie di viaggio, per il quale “la mancanza di controlli e servizi sta allontanando i turisti. Le emergenze non sono certo sorte ora. Ma se il Campidoglio non si rimbocca le maniche si rischia la débâcle”.